SAUDADE 1
Aggiungo solo che dei dolori
se ne porta anche la nostalgia.
Se ne porta quell’impalpabile rimpianto
di bellezza fina
di forma rotonda come di donna ebbra
se ne porta il colore greve
e un sapore avido
di saliva della bocca amata.
Dei dolori improvvisi , eterni,
non siamo noi padroni
ma di quelli liquidi che sanno sciogliersi
in un solo pianto o in richieste
ne siamo artefici come stelle feroci.
E li rincorriamo nei loro abiti più giovani
grazie ad una musica o ad una finestra
e ci posseggono come demoni
amanti dissoluti
e ci chiedono sempre con gentilezza
battaglie.
Pattugliano fieri quelle che chiamiamo sponde
per attraccarvi e gettarvi l’ancora.
Un graffiti su di un palazzo inagibile
con le finestre murate
apre gli occhi su quei supplizi
come difronte al mare o al lupo:
impotente.