A G.C.
Ti ho allevato
riposto nel fianco,
cuore di perla
fino a che sei divenuto
così importante
come il segno sulla pelle
come un destino di parole.
Eri ancor prima che io sapessi
e resterai infinito
davanti agli innumerevoli
tentativi di essere amore.
Tutti erronei, tutti ugualmente giusti.
Sublimato, alchemico
sei pervaso in ogni spazio distillandone
essenziale il moto.
Provieni dalla divinità
discendi dal parallelo universo
che ci completa ci amplia.
Non una sola tua cellula mi è sconosciuta
e tutto di te è meraviglia
come il luccichio del sole
tra aghi di pino,
come il salto in petto
che provo alla notte.
Resti così tra l’eterno e il quotidiano
come angelo all’ annunciazione,
come pane sulla tavola.
Rimani tra i tempi che potrei dimenticare
e tu algebrico non permetti che passino.
Sempre qui ed ora te, incessantemente.